Il lieto fine di Natale: la storia di Emily

Durante la pandemia, Emily scopre di essere incinta. Senza lavoro, sola e con la paura di tornare nel suo paese d'origine. Cosa fare? La storia di Progetto Gemma con il lieto fine di Natale.

La scoperta

La nostra storia inizia nel 2020, poco prima dell’inizio della pandemia. Emily* è una mamma di 39 anni, che vive in Italia da alcuni anni e ha 3 figli: il figlio più piccolo di 5 anni, avuto con il suo attuale compagno, vive con lei in Liguria, mentre i due figli più grandi, avuti da una precedente relazione, sono all’estero. Prima dell’arrivo della pandemia, Emily ed il suo compagno lavoravano nel settore della ristorazione, cercando di mantenersi e di dare un futuro alla bambina.

Prima delle chiusure, il compagno, già in crisi per una vicenda giudiziaria che non era riuscito a superare, aveva deciso di trasferirsi in Australia per cercare un lavoro più redditizio. Nonostante il suo viaggio, la ricerca non aveva dato alcun riscontro, aggiungendo le difficoltà nel rientrare in Italia, vista la chiusura totale avvenuta repentinamente.

Con lo scoppio della pandemia, Emily si ritrovò senza lavoro, dapprima con la cassa integrazione e il successivo licenziamento. Un momento di totale incertezza e solitudine, con la paura di dover abbandonare tutto e tornare nel suo paese d’origine. In questa situazione angosciante, Emily scoprì di attendere il quarto figlio. La mancanza di certezze nel presente, le utenze e l’affitto da pagare, l’assenza di lavoro, il momento delicato della famiglia…per Emily era un momento molto difficile e di indecisione sulla scelta da compiere. Nonostante per Emily e il compagno sarebbe stato stupendo poter regalare un fratellino o una sorellina al primo figlio (cosa che avrebbero voluto poter fare, già tanto tempo prima), non ricevendo aiuti dallo Stato e la paura per il futuro, fece nascere molti dubbi e incertezze. Vista la situazione, per Emily non c’era altra soluzione se non quella di interrompere la gravidanza.

La scelta

Nella più totale incertezza, casualmente e provvidenzialmente Emily incontrò alcuni volontari del Centro di Aiuto alla Vita della sua città ligure.

Aveva incontrato la vicinanza dei volontari, nel poterla aiutare senza chiedere nulla in cambio e disposti ad affrontare anche le difficoltà che la pandemia aveva riservato. Loro erano lì per lei e per il suo bambino. Sempre pronti a sostenerla nelle difficoltà quotidiane e ad aiutarla concretamente, anche economicamente grazie alla possibilità di richiedere “Progetto Gemma”. Quell’incontro donò ad Emily una nuova prospettiva e una maggiore forza nell’affrontare il presente.

L'aiuto

Dopo i colloqui avuti con i volontari del CAV, ad Emily è stato proposto un aiuto concreto ed economico: quello del Progetto Gemma. La proposta di poter richiedere il Progetto a Fondazione Vita Nova aiutò lei e il suo compagno a riflettere sulla scelta da compiere. La proposta fece in modo che il loro sguardo, di genitori, si soffermasse in modo diverso sul bambino che stava crescendo in grembo. In quel momento, la gravidanza non era più vista come un “problema insormontabile”, come un caos familiare, ma la possibilità di donare un fratellino o una sorellina. A luglio 2020, venne riconosciuto un “Progetto Gemma” ad Emily. L’intervento del CAV è stato decisivo, oltre ad offrire come prima cosa il loro conforto immediato, un sostegno psicologico e materiale, ha creato una vera rete sociale di supporto.

 

È proprio vero che, pur nelle difficoltà, una nuova vita è sempre fonte di gioia e motivo di resilienza” scrive il CAV in una lettera indirizzata agli adottanti del Progetto Gemma di Emily. Poter contare sul contributo mensile di Progetto Gemma, insieme all’aiuto del CAV che è continuato nel tempo, hanno fatto la differenza!

« non saranno le parole a esprimere il bene che avete costruito per la mia famiglia. Mi avete dato la possibilità di provare la mia seconda gioia più grande »

L'epilogo

Nel passare dei mesi, a Natale 2020, è nato Diego, in buona salute. Emily era al settimo cielo!

Il CAV, nelle lettere agli adottanti, ha scritto:

“Nonostante il periodo difficile che tutto il mondo sta attraversando a causa della pandemia, la Provvidenza è stata vicina a questa famiglia. Il padre del bambino ha trovato lavoro come autotrasportatore, per ora con un contratto a tempo determinato. È un bravissimo ragazzo che si dà veramente tanto da fare e tutti noi speriamo che questa nuova occupazione gli restituisca la dignità e la tranquillità che si merita. Emily fino a prima di Natale è venuta tutte le settimane a trovarci perché aveva veramente tanto bisogno di vicinanza e ascolto. Adesso è a casa con il suo bimbo, timorosa di farlo uscire per il freddo e per paura del contagio. Abbiamo frequenti colloqui telefonici e speriamo di rivederla presto e di conoscere personalmente il suo piccolo.”

Con il supporto del CAV e di Progetto Gemma, con la nascita di Diego la famiglia è più felice, sta bene ed è fiduciosa in un futuro sereno. Emily e il suo compagno continuano a ringraziare per il sostegno che hanno ricevuto senza conoscere gli adottanti. “È una cosa che li ha commossi molto fin da subito e non smettono di esservi grati” scrisse il CAV ai sostenitori.

 

In seguito, la mamma Emily ha fatto pubblicamente una commovente testimonianza della sua storia, citando tra l’altro il prezioso aiuto ricevuto dal Progetto Gemma. Ha espresso la sua gratitudine dell’aiuto ricevuto con l’adozione prenatale scrivendo:

“… non saranno le parole a esprimere il bene che avete costruito per la mia famiglia. Mi avete dato la possibilità di provare la mia seconda gioia più grande, e pensare che al mondo esistono anche persone con un cuore così grande come il vostro è una speranza per la nostra salvezza. Grazie di cuore per tutto ciò che fate per noi e per il mondo intero. Tutte le persone che ho avuto la possibilità di conoscere in questi ultimi due anni mi hanno portata ad avere un cambio positivo nella mia vita, mi auguro di poter avere la possibilità di ripagare il bene offerto da Voi e da tutti coloro che Vi fanno parte di questo grande gruppo di angeli chiamato “Centro di Aiuto alla Vita”.

Storia di un “Progetto Gemma” assistita da un CAV della Liguria

*nome modificato per tutelare la privacy della beneficiaria

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